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Gennaio/Febbraio 2016
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ptn
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PRIMO PIANO
Malanca, 30 anni di Ascom
di
Cristina Sgobio
D
opo trent’anni, Enzo Malanca lascia il ruolo di direttore
di Ascom Parma. Un incarico ricoperto con passione e
impegno a partire dalla metà degli anni ’80, permetten-
do all’Associazione di diventare, oggi, una delle più importanti
realtà associative dellaConfcommercio a livello nazionale.Asuc-
cedergli, Claudio Franchini, dal 2010 Direttore Area Associativa.
Qual è l’elemento principale che le ha permesso di essere alla
guida di Ascom per ben trent’anni?
La passione. Penso che l’affezione sia uno degli elementi fonda-
mentali in cui bisogna credere per fare il proprio mestiere. Ho
conosciuto persone interessanti, ho trovato amici, ho affrontato
tanti problemi, ma ho anche avuto tante soddisfazioni, grazie
soprattutto al gruppo di lavoro che mi ha seguito e con cui ho
collaborato nell’interesse del territorio.
A proposito di territorio, lei ha sempre dimostrato gran-
de interesse per lo sviluppo di Parma e della sua provincia.
Credo fermamente che il settore commerciale sia un campo
economico di vitale importanza per la città e per gli altri paesi
della provincia. Ho avuto il privilegio di rappresentare una ca-
tegoria e un’Associazione che hanno una grande forza sul ter-
ritorio, utile per il benessere di tutti, ed è per questo che il mio
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Ascom Parma si è sempre contraddistinta per compattezza e
unione. Anche questo può essere considerato un punto di forza
per il consolidamento e la crescita dell’Associazione?
Proprio così. Lascio la direzione di un’Associazione che è con-
siderata tra le migliori a livello nazionale, ma, soprattutto, lascio
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coltà della recente crisi. Ho avuto la fortuna di avere dirigenti
responsabili che hanno dato molto all’Associazione, riversando
tutto il loro impegno. Ho avuto presidenti, come Gianni Bonetti,
Giorgio Cortesi, Fabrizio Bocchialini, Ugo Margini, tra le migliori
persone che abbia conosciuto e che mi hanno aiutato a fare il
mio lavoro in totale serenità. E ho avuto la fortuna di avere col-
laboratori che negli anni si sono dimostrati fedeli e interessati
al lavoro che facciamo. Per fare il direttore di Associazione non
basta essere un buon manager, ma servono persone valide su
cui poter contare, perché il nostro scopo non è il business, ma
il risultato.
Come mai la scelta di lasciare proprio ora la direzione?
La direzione ha bisogno di qualcuno che viva e interpreti il
cambiamento che sta investendo anche i nostri settori e, per
questo, ho lavorato per aiutare Claudio Franchini ad arrivare
a questo ruolo che, sono sicuro, saprà interpretare nel modo
migliore perché è persona di grande professionalità e serietà.
E lei ora cosa farà?
La mia vita professionale continuerà all’interno dell’Associazio-
ne, in veste di Vice Presidente Ascom e Amministratore Delega-
to della società di servizi Seacom. Lascio il ruolo di direttore in
modo convinto, sinceramente grato per quello che mi ha dato e
certo che fosse il momento di farlo.
UNA PROFESSIONE SVOLTA CON GRANDE
SENSO DI RESPONSABILITÀ E FORTE
ATTENZIONE VERSO IL TERRITORIO