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Commercio, in città addio a 55 botteghe

15/12/2016

chiusura negozi

Gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi Ascom confermano il perdurare di una situazione di difficoltà dal punto di vista strutturale del commercio: al 30 settembre  2016 le imprese attive a livello provinciale (escluse le non classificate)   erano  41.257  con un saldo negativo, tra iscritte e cessate, di 462 unità. Una differenza, quella tra iscritte e cessate, che rimane negativa in tutti i settori.

Anche a livello comunale di Parma il saldo tra iscritte e cessate si mantiene negativo in quasi tutti i settori, mentre nel complesso si registra la perdita, da gennaio a settembre, di  oltre 750 imprese con un saldo negativo di -135 unità

“Complessivamente quindi – commenta Cristina Mazza vice direttore Ascom Parma - cambia il volto della rete commerciale:  aprono più imprese  nei servizi, pubblici esercizi e format “food” innovativi caratterizzati da una ristorazione anche veloce, spesso con formula take away. Cresce anche il numero di  marchi commerciali di catene o franchising (sono 80 quelli che si contano in centro storico) e parallelamente, purtroppo, anche quello dei negozi sfitti che sale a 76 solo nelle principali vie del centro storico e dell’oltretorrente. Si assiste quindi ad una progressiva diminuzione dei  negozi tradizionali  e delle botteghe storiche  con conseguenti  negative ripercussioni su tutto il comparto economico  in quanto il commercio tradizionale riveste  un importante  valore non solo economico ma anche sociale per un territorio, una grande funzione di servizio, di presidio, di aggregazione e in più anche un importante attrattore turistico.” 

Ci troviamo quindi di fronte ad un contesto commerciale  che sta mutando, anche in ragione dei cambiamenti di comportamento d’acquisto del consumatore che da una parte è propenso ad acquistare sempre più on line e dall’altra è orientato a consumare i propri  pasti fuori casa.

Una tendenza in linea con quanto emerso anche dalla nostra ultima indagine effettuata, come Centro Studi, sui consumi pre-natalizi, un periodo estremamente importante dal punto di vista delle vendite, generalmente considerato quello in grado di fare la differenza sull’intero anno. 

Scendendo nel dettaglio dei risultati, tiene il settore dell’alimentare, mentre crescono giocattoli, libri e cura della persona. Cresce anche la propensione del consumatore ad acquistare on line (+14% rispetto al 2013 a livello nazionale) mentre diminuisce il budget destinato ai regali che per lo piu, anche in ragione del forte calo del potere d’acquisto registrato negli ultimi anni,  sono destinati a famigliari stretti. In calo gli acquisti per parenti, conoscenti e amici.