Gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi Ascom confermano il perdurare di una situazione di difficoltà dal punto di vista strutturale del commercio: al 30 settembre 2016 le imprese attive a livello provinciale (escluse le non classificate) erano 41.257 con un saldo negativo, tra iscritte e cessate, di 462 unità. Una differenza, quella tra iscritte e cessate, che rimane negativa in tutti i settori.
Anche a livello comunale di Parma il saldo tra iscritte e cessate si mantiene negativo in quasi tutti i settori, mentre nel complesso si registra la perdita, da gennaio a settembre, di oltre 750 imprese con un saldo negativo di -135 unità
“Complessivamente quindi – commenta Cristina Mazza vice direttore Ascom Parma - cambia il volto della rete commerciale: aprono più imprese nei servizi, pubblici esercizi e format “food” innovativi caratterizzati da una ristorazione anche veloce, spesso con formula take away. Cresce anche il numero di marchi commerciali di catene o franchising (sono 80 quelli che si contano in centro storico) e parallelamente, purtroppo, anche quello dei negozi sfitti che sale a 76 solo nelle principali vie del centro storico e dell’oltretorrente. Si assiste quindi ad una progressiva diminuzione dei negozi tradizionali e delle botteghe storiche con conseguenti negative ripercussioni su tutto il comparto economico in quanto il commercio tradizionale riveste un importante valore non solo economico ma anche sociale per un territorio, una grande funzione di servizio, di presidio, di aggregazione e in più anche un importante attrattore turistico.”
Ci troviamo quindi di fronte ad un contesto commerciale che sta mutando, anche in ragione dei cambiamenti di comportamento d’acquisto del consumatore che da una parte è propenso ad acquistare sempre più on line e dall’altra è orientato a consumare i propri pasti fuori casa.
Una tendenza in linea con quanto emerso anche dalla nostra ultima indagine effettuata, come Centro Studi, sui consumi pre-natalizi, un periodo estremamente importante dal punto di vista delle vendite, generalmente considerato quello in grado di fare la differenza sull’intero anno.
Scendendo nel dettaglio dei risultati, tiene il settore dell’alimentare, mentre crescono giocattoli, libri e cura della persona. Cresce anche la propensione del consumatore ad acquistare on line (+14% rispetto al 2013 a livello nazionale) mentre diminuisce il budget destinato ai regali che per lo piu, anche in ragione del forte calo del potere d’acquisto registrato negli ultimi anni, sono destinati a famigliari stretti. In calo gli acquisti per parenti, conoscenti e amici.