Anche FIPE PARMA (la Federazione Italiana Pubblici Esercizi aderente ad Ascom) esprime grande soddisfazione per il riconoscimento della cucina italiana Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità sotto l’egida dell’UNESCO. Un risultato straordinario raggiunto con una delibera unanime del Comitato intergovernativo dell’UNESCO riunito a New Delhi, che conferma come l’Italia sia riuscita a portare a livello mondiale i valori fondanti della propria cultura gastronomica.
Con questo riconoscimento la cucina italiana diventa la prima cucina al mondo a ottenere il titolo di Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, non per una singola ricetta della tradizione o i tanti suoi prodotti tipici, ma per il significato culturale e sociale del cucinare e la sua funzione valoriale nella quotidianità degli italiani. Un traguardo di cui esser fieri perché è l’affermazione globale della cucina italiana come custode di un modello universale di convivialità, identità e consapevolezza civile.
Questa candidatura, sostenuta e promossa da FIPE-Confcommercio, è il risultato di un impegno di sistema che ha visto il fondamentale coinvolgimento delle Istituzioni (Ministero Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Ministero della Cultura e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ANCI e di numerosi altri enti) insieme ad altre espressioni della società civile, associazioni, cittadini, imprenditori.
Anche gli operatori di Fipe Parma hanno promosso e sostenuto la candidatura, in particolare proprio con una vetrofania dedicata esposta nei locali: “Il riconoscimento della cucina italiana patrimonio dell’umanità è un risultato straordinario, che testimonia come l’Italia sia in grado di fare rete per raggiungere ambiziosi obiettivi - ha dichiarato Simone Zerbini, Presidente FIPE-Parma - “Questo riconoscimento è la conferma che l’intero sistema economico-produttivo espressione della cucina italiana non sia solo un’attività economica, ma un condensato di valori culturali universali unici che coniugano qualità, biodiversità, esperienze familiari, locali e globali”