Egregio Direttore
Intervengo sulla sua rubrica per esprimere alcune considerazioni in merito alla situazione commerciale cittadina, stimolato da alcune notizie diffuse nei giorni scorsi, di cui due pubblicate sul suo giornale (relative una, all’apertura di un nuovo superstore in via San Leonardo e un’altra relativa alla possibile chiusura di un altro supermercato in via D’Azeglio) e una terza, non pubblicata sugli organi di stampa, relativa alla chiusura, entro fine anno, di una superette alimentare sempre nel quartiere San Leonardo .
Queste notizie hanno una loro interazione che mi che mi fa tanto ricordare la metafora della “coperta troppo corta”. Da una parte infatti il sistema dell’offerta commerciale, ossia “il soggetto che tenta di coprirsi”- figlio di scelte di programmazione commerciale che come Ascom abbiamo sempre fortemente osteggiato sin dai primi anni 2000- si sta rivelando incoerente con la situazione reale che vede, dall’altra parte, i consumi, ossia la “coperta”, in costante calo negli ultimi anni, sia per la crisi ormai strutturale, sia per una popolazione cittadina sostanzialmente al palo in termini di crescita . Pertanto, se da un lato realizzare un nuovo grande attrattore commerciale crea nuovi posti di lavoro e la riqualificazione di un comparto, occorre essere altrettanto consapevoli che dall’altra parte si crea inevitabilmente una situazione di vuoto, di perdita di posti di lavoro e di disagio sociale .
A questo si deve aggiungere il fatto che la scelta di questi ultimi anni di creare grandi attrattori commerciali nelle periferie ha causato e causerà in futuro la chiusura di tante piccole attività, individuali o famigliari, attività di vicinato presenti nelle nostre strade che sono per lo più al servizio delle fasce deboli della società . Anche in questo caso stiamo parlando di perdita di posti di lavoro , intere famiglie senza reddito , ma non fanno notizia essendo uno stillicidio continuo fatto di due o tre persone alla volta . Quello che resta è comunque sempre un negozio vuoto , una vetrina che si spegne, un presidio in meno nella nostra citta .
Dunque ritengo sia fuori luogo usare toni trionfalistici ogni qual volta una grande struttura commerciale apre , ma si debba valutare , in particolare gli amministratori pubblici se il saldo di questi investimenti per la nostra città sia positivo o negativo . A mio avviso è ormai indispensabile ricercare una politica commerciale basata su un equilibrio sostenibile e socialmente responsabile.
Claudio Franchini
Direttore Ascom Parma