Consapevoli che le misure fino ad oggi adottate per il miglioramento della qualità dell’aria non hanno portato alcun beneficio, la soluzione reale al problema delle emissioni di PM10 deve essere ricercata intervenendo con provvedimenti strutturali di medio lungo periodo condivisi a livello regionale. Queste in sintesi le motivazioni per cui Ascom ha organizzato la conferenza stampa di oggi.
“In questi anni – commenta Claudio Franchini, Direttore Area Associativa di Ascom – la nostra Associazione ha seguito con attenzione e senso critico le scelte effettuate a livello regionale sulla qualità dell’aria. Le esperienze maturate in questi anni evidenziano, a nostro avviso, come i provvedimenti di carattere temporaneo, legati al contenimento del traffico veicolare nelle principali aree urbane, abbiano confermato anno dopo anno la loro sostanziale inutilità, anche quando sono stati utilizzati provvedimenti legati alle targhe alterne. Allo stesso modo scelte più ampie rispetto alle direttive regionali, quali quelle effettuate dalla Amministrazione di Parma con il divieto di circolazione, a nostro giudizio inopportunamente esteso ai veicoli Euro 3 e 4, non hanno portato ad alcun significativo risultato. O ancora, le scelte di introdurre aree pedonali e ZTL nei centri storici operate in questo ultimo decennio, ancorché stimolate da direttive regionali, alla prova dei fatti non hanno contribuito a migliorare la qualità dell’aria.”
La nostra città è un perfetto esempio di come tali provvedimenti non abbiano portato ad alcun risultato. Una recente classifica di Italia Oggi sulla qualità della vita nei centri urbani nel 2013, piazza Parma all’8° posto per superfici pedonalizzate ed al 16° posto per diffusione di aree ZTL, ma nella stessa classifica la nostra città si colloca al 106° posto su 110° posizioni per sforamenti annuali di PM10.
“Questo risultato – prosegue Franchini - testimonia dunque l’inefficacia dei provvedimenti adottati, che mentre non sono serviti a migliorare l’aria delle nostre città, hanno sicuramente danneggiato in maniera importante i tessuti commerciali dei centri storici a tutto vantaggio dei grandi centri commerciali posizionati nelle aree periferiche.”
Tra i dati raccolti in questi ultimi tempi da Ascom vi è anche quello dichiarato da Arpa Emilia Romagna secondo cui il 70% delle emissioni nocive deriva dalle emissioni di riscaldamenti, industrie, agricoltura, etc. mentre il restante 30% deriva dal traffico veicolare. Di questo, solo il 20% (pari dunque al 7% sulle emissioni complessive di PM10) è imputabile al traffico urbano, mentre il 30% deriva dal traffico autostradale e il 50% dalla circolazione su strade extra urbane (fonti ARPA E.R.).
Nella realistica impossibilità dunque di intervenire con politiche incisive di restrizione del traffico veicolare sulla rete autostradale e sulla rete extra urbana a livello regionale, senza incidere pesantemente sul tessuto economico e produttivo della nostra regione, diventa indispensabile ragionare su interventi strutturali di medio e lungo periodo già peraltro in parte contenuti nei precedenti accordi regionali, ma che sono stati sempre disattesi perché sicuramente più impegnativi rispetto alle semplici chiusure spot al traffico veicolare urbano (centri storici).
“Riteniamo – conclude Franchini – che, se esiste una soluzione reale al problema delle emissioni di PM10, questa deve essere ricercata intervenendo con provvedimenti condivisi a livello regionale tra cui:
1) Riqualificazione energetica degli edifici
2) Investimenti in parcheggi di servizio pubblico limitrofi a centri storici
3) Riqualificazione impianti termici
4) Promozione e ottimizzazione del trasporto pubblico
5) Incentivi per l’acquisto da parte dei privati di mezzi a basse emissioni con rinnovo del parco veicolare con mezzi ecocompatibili (GPL– Metano – Elettrico)
6) Aumento zone km 30, in luogo dell’ampliamento delle zone pedonali o ZTL
7) Azioni di riduzione delle emissioni agricole
8) Pianificazione territoriale improntata al minor consumo del suolo e dispersione abitativa e realizzazioni di aree verdi con specie arboree che assorbono o trattengono gli inquinanti.
Queste nostre considerazioni verranno portate all’attenzione dell’Assessore Gabriele Folli nonché dei nostri referenti regionali, qui oggi presenti in conferenza stampa, al fine di essere trasmesse in Regione, alle opportune autorità competenti in materia.”
“Queste proposte, elaborate da Ascom Parma, non possono che essere condivise a livello regionale perché le problematiche riscontrate a Parma sono le stesse delle altre città dell’Emilia Romagna – sottolinea Pietro Fantini, Direttore Regionale di Confcommercio Emilia Romagna –
Che la politica delle chiusure al traffico delle città fosse inutile e controproducente lo abbiamo segnalato con forza alla Regione da diversi anni, e non ultimo con forza nel luglio del 2012 quando era in fase di sottoscrizione l’accordo regionale per il periodo 2012/2015.
Dunque diventa fondamentale in sede di stesura del prossimo piano quinquennale puntare su provvedimenti strutturali, che non si limitino solo ed esclusivamente a bloccare il traffico, ma incidano sui veri responsabili dell’inquinamento (riscaldamento, produzioni industriale, etc.)”.