A fine marzo 2021 le imprese attive a Parma e provincia, secondo gli ultimi dati Movimprese disponibili, sono risultate 40.438 (+ 21 unità rispetto al 1° trimestre 2020 - +0,05%), registrando quindi una sostanziale stabilità rispetto al 2020. Tra queste quelle attive nel terziario, che rappresenta ancora la parte più consistente delle imprese locali (54%), sono 22.422 di cui 8.493 nel solo commercio (vedi Grafico 1)

Accanto a questa valutazione strutturale del dato delle imprese, quello che interessa maggiormente è il dato di flusso nello stesso periodo, in particolare quello relativo al saldo nati/mortalità: la differenza infatti tra le nuove aziende iscritte del trimestre (722) e quelle cessate (863), resta comunque negativa (-141) ma in misura minore rispetto al 1° trimestre del 2020 (-221). Nel terziario (commercio turismo e servizi) tale saldo è pari a -189 imprese con un picco nel solo commercio pari a -112, il più alto fra tutti i settori e tuttavia meno negativo rispetto al 1° trimestre 2020, pari a -141. (si veda Tabella 1)

“Tale dato, apparentemente positivo – afferma Cristina Mazza Vice Direttore e Responsabile Centro Studi Ascom Parma – dovrà essere però verificato in relazione anche al venir meno dei sostegni alle aziende e al termine della Cassa Integrazione (fine ottobre 2021). I dati, infatti, relativi a mortalità e cancellazione dai registri camerali sono momenti differenti della fine della vita di un’impresa: non vi è coincidenza tra i due momenti e ovviamente la cancellazione quasi sempre segue la chiusura sostanziale dell’attività. Ciò è particolarmente vero nell’anno in corso e proprio per questo a settembre realizzeremo il terzo step della periodica Indagine da noi commissionata all’Istituto di Ricerca Nazionale Format Research: solo nei prossimi mesi infatti, quando si sarà attenuato l’effetto delle misure a sostegno delle imprese messe in campo per fronteggiare la pandemia, che si potrà vedere il reale impatto che il Covid ha avuto sulle imprese locali.”
Secondo i dati dell’Indagine Ascom Format Research del marzo scorso, tra i settori più colpiti dai cali di fatturato e consumi, nell'ambito del commercio, abbigliamento e calzature (-17,1%), ambulanti (-11,8%) e distributori di carburante (-10,1%); nei servizi di mercato le maggiori perdite di imprese si registrano, invece, per agenzie di viaggio (-21,7%), bar e ristoranti (-14,4%) , sale da ballo (-100%) e trasporti (-14,2%). C'è poi tutta la filiera del tempo libero che, tra attività artistiche, sportive e di intrattenimento, fa registrare complessivamente un vero e proprio crollo con la sparizione di un’impresa su tre.
Inoltre con le imprese escono dal mercato anche gli occupati e si prevede a fine anno una riduzione del – 14% complessivo rispetto all’anno precedente con punte nel turismo del -29%.(vedi Tabella 2)

“Se facciamo poi un focus sul centro storico di Parma – prosegue Mazza - nell’ultimo monitoraggio effettuato dal nostro Centro Studi a giugno 2021 vede confermarsi una situazione di criticità pesante in termini di vetrine sfitte (circa 180 negozi vuoti nelle principali vie del centro storico).