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Calano le imprese del terziario: i dati delle aziende sul territorio

13/02/2012

garfico terziario

Gli ultimi dati rilevati (fonte Camera di Commercio di Parma, anno 2011 ) permettono di fornire un quadro delle imprese attive a Parma e provincia ed in particolare nei settori del terziario (commercio turismo e servizi privati): questi continuano a costituire la fetta più consistente delle imprese attive sul territorio (46% del totale).

Il 2011 vede aggravarsi una crisi strutturale che continuiamo a registrare in termini di numero di imprese: -421 è infatti il saldo iscritti/cessati nel settore terziario.

 

“I dati riferiti all’anno 2011 - afferma Cristina Mazza Direttore Area Organizzativa  Ascom Parma – confermano dunque il trend fortemente negativo per le imprese commerciali e del terziario in generale, a testimonianza della perdurante e crescente difficoltà delle imprese di Parma e provincia ad affrontare il mercato. Se poi analizziamo l’andamento nati-mortalità delle imprese locali per singoli settori si evidenzia come, a fronte  di saldi negativi in tutte le aree del terziario (commercio turismo e servizi - vedi tabella sopra riportata) l’unico saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni venga registrato soltanto nell’area “imprese non classificate” (+844 nel 2011): spiace quindi constatare che a crescere sul mercato siano prevalentemente attività attribuibili a “partite iva” generiche, di servizi vari o relative ad attività non classificate.

 

Tutto questo collegato al fatto della perdurante crisi economica, con calo dei consumi e riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, e al fatto che si sono portate avanti situazioni che tendono a favorire aperture di nuove medio grandi superfici con un Piano Parcheggi per la nostra città che, ancora dopo una lunga discussione, continua ad essere assolutamente insufficiente per le esigenze di Parma  ci porta a poter concludere che ci si stia indirizzando verso un tale eccesso di offerta commerciale che non solo non porterà benefici ai consumatori, ma rischierà di indebolire l’intera rete distributiva esistente lasciando dietro di sé la chiusura di molte attività con conseguenti effetti negativi anche sul piano sociale e sull’intero centro storico, risorsa che invece dovrebbe essere a nostro avviso incentivata e valorizzata nell’ottica anche di una crescita del turismo, che riteniamo essere oggi un bacino di potenziali nuovi consumi ”.