“Abbiamo appreso dalla Gazzetta di oggi, - commenta Ugo Bertolotti Presidente Fipe Parma, aderente ad Ascom - delle tensioni, sia da parte dei baristi che dei clienti, in merito ai possibili o avvenuti rincari del prezzo della tazzina di caffè. Riteniamo quindi opportuno specificare in merito alcuni concetti importanti: innanzitutto il prezzo dei prodotti posti in vendita in un qualsiasi locale è un prezzo liberamente e autonomamente stabilito dal gestore, che deve valutare una serie innumerevole di elementi per definirne in modo appropriato l’ammontare. Il costo dell’affitto, delle utenze, dei dipendenti e quello della materia prima sono solo alcune delle voci che vanno ad incidere sul bilancio di un esercizio e un altro aspetto non di poco conto che incide sulla cosiddetta tazzina è il costo del servizio per proporre un prodotto di qualità. Fipe invita i propri associati a valutare attentamente i costi aziendali e a proporre l’espresso a un costo adeguato e remunerativo per la propria azienda, senza trascurare la dovuta attenzione alle difficoltà oggettive che la clientela sta incontrando in questo periodo. In base a quanto appena sostenuto, dunque, non c’è un prezzo giusto ed univoco, ma è normale che sul mercato il prezzo della tazzina possa subire variazioni. Quello che Fipe auspica è che i propri associati propongano sempre un prodotto di qualità con un servizio adeguato, affinchè l’espresso al bar possa restare sempre un piacere e valga il prezzo pagato”.