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Indagine Confcommercio nazionale sul futuro del commercio

19/11/2025

vittorio presidente 800x600

I dati dell’indagine Confcommercio confermano una tendenza ormai tipica delle città medio-grandi del Centro-Nord e che da tempo si osserva anche a Parma: la densità commerciale diminuisce e la nostra città si colloca oggi al 18° posto in Italia per numero di attività al dettaglio ogni mille abitanti. Le cause sono riconducibili a una crescita insufficiente dei consumi interni, al cambiamento dei comportamenti di spesa dei consumatori e alla diffusione delle tecnologie digitali che hanno favorito gli acquisti online.

A questo si aggiunge il tema dei negozi sfitti che, seppur meno critico rispetto ad altre realtà, interessa anche Parma. Come Ascom monitoriamo il fenomeno dal 2014, in collaborazione poi negli anni successivi con il Comune di Parma e il Politecnico di Milano. Questa analisi continua ci ha permesso di individuare da tempo quali politiche attivare per contrastarne gli effetti. In tal senso, i recenti bandi promossi dall’Amministrazione comunale hanno reso possibile la riapertura temporanea di diversi locali vuoti, trasformati in laboratori creativi e luoghi d’arte e successivamente ricollocati in nuove attività permanenti grazie alla visibilità ottenuta nei mesi di utilizzo. Inoltre, l’ultimo bando rivolto al centro storico ha consentito l’avvio di nuove imprese anche in ex negozi sfitti.

Una delle leve più efficaci per contrastare la desertificazione commerciale rimane proprio il recupero e la riattivazione dei locali vuoti: un percorso che Ascom Parma ha già intrapreso e che intendiamo consolidare. Riportare attività nei vuoti urbani significa restituire servizi ai cittadini, presidio sociale alle strade e nuove opportunità per le imprese.

Alle difficoltà del commercio al dettaglio si affianca oggi la situazione del comparto ricettivo-alberghiero, che sta subendo l’impatto della crescente diffusione degli affitti brevi ad uso turistico. Una dinamica che, se non arginata, rischia di alterare gli equilibri del mercato e svuotare aree residenziali, che andrebbero invece rafforzate per garantire un bacino di mercato ai negozi tradizionali della nostra città strettamente correlati alla presenza di una residenza permanente.

Se la priorità è la rigenerazione urbana, una risposta concreta arriva anche dagli hub urbani e di prossimità, strumenti già avviati non solo a Parma ma anche in comuni come Fidenza, Salsomaggiore e Busseto. Questi hub possono diventare catalizzatori di servizi e nuove attività, grazie a strumenti come i patti locali per la riattivazione degli spazi sfitti, canoni calmierati, animazione urbana e percorsi di accompagnamento all’avvio d’impresa.

Da ultimo, la semplificazione burocratica resta un obiettivo fondamentale per facilitare la rigenerazione e il recupero degli immobili. Per questo abbiamo già avviato un tavolo di lavoro con il Comune di Parma. È evidente che la qualità del lavoro che verrà svolto nei prossimi anni sarà decisiva e che l’attenzione della politica verso il commercio di prossimità rappresenterà un fattore determinante per il futuro della nostra città.