Con che spirito ha assunto la direzione dell'associazione?
È con grande entusiasmo che prendo la guida di una delle prime associazioni del sistema Confcommercio a livello nazionale. Una struttura solida e organizzata che può contare sul lavoro di una dirigenza di primo livello e sulle ottime professionalità di tanti collaboratori.
Lei ha una lunga militanza all'interno di Ascom, come è cambiata l'attività dell'associazione nel corso degli anni?
In questi ultimi 28 anni, tanti sono i miei anni di esperienza in associazione, il mondo, naturalmente, è cambiato. Il commercio degli anni ‘80 non è più quello di oggi e di conseguenza l’attività dell’Associazione ha dovuto adeguarsi al cambiamento, ma quello che non è cambiato è il rapporto con i nostri associati. È cambiato il modo con cui siamo a fianco delle imprese, ma la centralità del socio è sempre stata, e resterà, il nostro punto di forza.
Oggi il settore deve ancora fare i conti con la lunga onda della crisi, quali sono allo stato attuale le priorità per gli operatori e gli ostacoli da rimuovere?
Oggi le imprese devono sempre più fare i conti con una legislazione caotica che comporta costi elevati, una burocrazia che soffoca, per di più nel contesto di un mercato in rapida e continua evoluzione. E’ proprio in questo senso che le aziende per poter resistere e svilupparsi devono necessariamente adeguarsi al cambiamento, capire le esigenze della clientela e specializzarsi, senza perdere il servizio personalizzato al cliente che è il grande valore aggiunto delle piccole e medie aziende.
Il nostro ruolo è anche questo, cercare di intuire le evoluzioni del mercato per poter formare e affiancare le imprese nelle sfide future.
Quali misure potrebbero incentivare i consumi?
La questione più grande è a livello nazionale; occorre infatti ritornare a incentivare il potere d’acquisto attraverso un reale abbattimento della tassazione, diminuendo i costi inutili della burocrazia e portandosi in linea con la realtà dei principali paesi europei.
Tuttavia, anche se si risolvesse il problema della ridotta capacità di spesa interna, resterebbero comunque indispensabili, a livello locale, piani di sviluppo concreti per i nostri centri storici e per gli assi commerciali periferici. Progetti che devono partire dall’accessibilità, dalla vivibilità, dalla sicurezza, e, ancor più per il nostro territorio, dal turismo. Proprio per il turismo Ascom in questi anni si è attivata anche tramite la creazione di un’apposita agenzia di incoming, Parma Incoming, investendo in questo settore energie finanziarie e organizzative convinti come siamo che una concreta riattivazione del turismo sia il giusto modo per poter portare nuovi e concreti filoni di consumo sul territorio. Quella del turismo è stata una battaglia che il mio predecessore Enzo Malanca ha avviato ormai 20 anni fa ma che dovremo continuare a portare avanti con convinzione.
Salvaguardare il valore sociale del negozio di vicinato è una vostra mission da sempre, cosa servirebbe in una città come Parma?
Il mantenimento e lo sviluppo del negozio di vicinato dipendono inevitabilmente da politiche di programmazione urbanistica e di viabilità che incentivino gli insediamenti delle famiglie, favoriscano l’accessibilità e il raggiungimento dei punti vendita, garantiscano le stesse condizioni di cui godono i maggiori competitor.
l lavoro di squadra paga, lo dimostrano le tante iniziative che Ascom mette in campo. Quali sono i progetti per il 2016?
Sulla scia dell’attività intrapresa già da oltre 20 anni, continueremo a lavorare in stretta sinergia con gli operatori commerciali per perfezionare e incrementare le manifestazioni di strada, non solo in città ma anche nei paesi della provincia. Porteremo avanti i rapporti con scuole e università per favorire la cultura d’impresa, sosterremo importanti eventi culturali sempre in collaborazione con le istituzioni perché il lavoro di squadra non dev’essere solo quello aziendale, ma anche quello che si costruisce con i principali interlocutori del territorio.