I risultati delle prime due settimane di saldi estivi, raccolti attraverso l’indagine congiunturale condotta dal Centro Studi di Ascom Parma, evidenziano segnali di stabilità, in linea con il dato regionale, seppure in un quadro ancora generalizzato di debolezza dei consumi. Il monitoraggio è stato realizzato su un campione di imprese commerciali della provincia, composto da punti vendita appartenenti a diverse categorie, in particolare abbigliamento e calzature (66%).
“A due settimane dall’avvio delle vendite di fine stagione – afferma Cristina Mazza Direttore Area Organizzativa e Centro Studi Ascom – gli operatori tracciano un quadro generale di stabilità, dopo una partenza a macchia di leopardo per il grande caldo dei primissimi giorni. In attesa di fornire risultati più completi a chiusura del periodo di rilevazione, ci auguriamo che il lieve incremento del reddito disponibile delle famiglie, rilevato a livello nazionale nei primi mesi dell’anno, possa trovare conferma anche in questa fase e sostenere la ripresa dei consumi”.
I primi risultati emersi della ricerca, condotta su un campione di operatori di Parma e Provincia, registrano per lo più vendite stabili rispetto ai saldi estivi 2014 (51% degli intervistati). Si segnala tuttavia l’incremento di coloro che rilevano vendite in aumento (10% contro il 6% del 2014), mentre il restante 38.5% registra una diminuzione delle vendite. Un risultato complessivo quindi all’insegna della stabilità che dimostra comunque performances meno negative anche rispetto all’andamento medio regionale dove le vendite in calo durante i saldi sono state rilevate dal 49% del campione intervistato.
Questi dati si inseriscono in un contesto di progressiva stabilità anche a livello di consumi complessivi: rispetto al primo semestre del 2014, infatti, più della metà degli intervistati ha registrato vendite stabili, mentre il 34% (contro il 52% del 2014) ha dichiarato che sono ancora in diminuzione.
L’indagine conferma inoltre la razionalità del processo di acquisto in saldo che risponde a scelte programmate e ponderate, limitando le spese allo stretto necessario (40%), con una valutazione del prezzo particolarmente attenta (47%) da parte di una clientela sempre più esigente, abituata a verificare il prezzo scontato (9% dei casi). Anche i valori della spesa pro-capite che si attestano intorno a 71 euro sono in linea con i valori riscontrati a livello regionale.
“La rete commerciale dei punti vendita tradizionali – aggiunge Cristina Mazza – offre occasioni per acquisti di qualità a prezzi convenienti, con il vantaggio di un servizio accurato ed attento alle esigenze della clientela. Auspichiamo che il moderato aumento della fiducia di famiglie ed imprese rilevato a giugno dall’Istat possa influire positivamente sulle dinamiche di acquisto delle prossime settimane”.
In chiusura registriamo i primi segnali confortanti anche riguardo ai dati strutturali delle imprese del commercio e turismo e servizi privati a Parma: in particolare, per quanto riguarda il primo trimestre 2015, a livello provinciale, si rileva una diminuzione di cessazioni aziendali, rispetto al primo trimestre del 2014 (-21%). Stesso trend anche a livello comunale, in cui si registra un decremento delle cessazioni pari al -18% rispetto allo stesso trimestre del 2014, e che evidenzia, seppur con numeri ancora negativi, timidi segnali di ripresa.