Articolo tratto dalla Gazzetta di Parma del 6 febbraio 2016
L'Oltretorrente? Soffre sempre di più. Pochi i negozi aperti e poche le famiglie che decidono di metter su casa all'ombra dei Paolotti. Pochi i parcheggi e pochi anche i parmigiani che ancora lo vivono. Fa male la fotografia che l'Ascom ha «scattato» nel quar tiere più bello di Parma. Il risultato? Preoccupante. Un quartiere con una storia importante, di resistenza, con dei monumenti da vedere, con l'Ospedale Vecchio, il Torrione, la casa di Toscanini, la Corale Verdi, la Famija Pramzana e Parma Lirica.
Con quei piazzali, Picelli, Inzani e Matteotti, dove molti bambini hanno imparato a camminare. Con quel mercato del sabato mattina fatto da agricoltori della provincia che fa invidia alle metropoli. E che da solo il sagrato dell'Annunziata ormai fatica a contenere. Ecco perché dispiace sapere che l'Oltretorrente «respira» male, senza sapere quale sarà il suo domani. Il commercio Da viale Caprera a piazzale Barbieri, da viale dei Mille a piazzale Santa Croce, da viale Pasini a viale Piacenza e nel trat to del torrente Parma compreso tra ponte Bottego e ponte Italia è soprattutto il commercio a morire. In particolare nelle due vie storiche D'Azeglio e Bixio i negozi sfitti sono 35, con un aumento del 30% dal 2015 al 2016. E pensare che proprio in questa parte della città erano davvero tante le vetrine dalla lunga tradizione: fortunatamente sono rimaste insegne come quelle della «Casa del formaggio», del «Panificio centrale», della «Cantina della carne», dell'oreficeria «Valenti», della drogheria Viani o della polleria Vitali, della macelleria equina e di altri punti gastronomici di rinomata eccellenza. Senza dimenticare le botteghe di artigianato. Ma se i negozi della tradizione vengono meno, ad aprire le porte sono le vetrine etniche, che propongono cucina di altri popoli. E non è un caso.
Popolazione Sempre secondo i dati raccolti da Ascom la popolazione stazionaria tra il 2014 e il 2015 è aumentata dello 0,4 per cento grazie agli stranieri, per cui è evidente che parallelamente siano kebab e altri a preferire l'Oltretorrente, che si conferma come il quartiere con la più elevata incidenza di stranieri: pari al 25% del totale della popolazione residente. Non solo. La fotografia ci dice inoltre che sono diminuite notevolmente le famiglie: tutta la zona è abitata preferibilmente da nuclei costituiti da un solo individuo: in pratica pari al 56,2 per cento dei residenti.
I parcheggi Secondo le elaborazioni del Centro Studi Ascom sui dati dell'Osservatorio demografico del Comune di Parma per l'anno 2015 nell'area scarseggiano i parcheggi: l’unica struttura presente è il parcheggio Kennedy con 72 posti, «dimensionalmente inferiore - scrive Ascom - rispetto alla precedente disponibilità di posti auto». Un parcheggio «dai costi abbastanza elevati e non supportato da segnaletica», continua la mappatura del quartiere. Non a caso, gli stalli per le soste auto si concentrano nelle strade limitrofe all'Oltretorrente: in particolare nel quartiere Molinetto e cioé da viale dei Mille verso la Crocetta.

Il direttore Franchini «I dati sopra riportati mettono in evidenza come l’Oltretorrente, pur rimanendo uno dei più bei quartieri di Parma, continui a vivere una situazione critica da un punto di vista commerciale - commenta il direttore di Ascom Claudio Franchini -. I problemi nascono dalle scelte errate effettuate in passato che hanno privilegiato una politica di chiusura all’ accessibilità attraverso la mancanza di posti auto, l’assenza di segnalazione per l’unica struttura esistente (parcheggio Kennedy), l’ ampliamento della zona ZTL nonché la realizzazione di riqualificazioni urbane che hanno peggiorato la situazione esistente (primo tratto di via Bixio, da piazzale Corridoni a incrocio con via Costituente; via Imbriani; "Stanze all’Aperto" di via Costituente). Ciò che servirebbe all’Oltretorrente è la realizzazione di reali attrattori, fino ad oggi progettati, ma mai realizzati (quali ad esempio l’Ospedale Vecchio) ma anche una diversa scelta urbanistica che crei le condizioni per riportare le famiglie a risiedere in Oltretorrente e non privilegiare, come attualmente avviene, i nuclei costituiti da un solo individuo».
«Fortunatamente - continua Franchini - permangono ancora zone commerciali vive e vitali grazie alla presenza di attività di vicinato unite e attive anche nell’ organizzazione di eventi e manifestazioni, importanti per mantenere vivo il quartiere. Eventi e manifestazioni però non bastano, prima di tutto occorre un cambiamento strutturale che migliori la vivibilità dell’intero quartiere attraverso la riqualificazione degli edifici, anche commerciali e attraverso una politica che faciliti l’accessibilità, sia delle persone che delle merci, al fine di agevolare il rilancio commerciale del comparto. Solo così si potrà auspicare un ripristino della qualità residenziale e della relativa vivibilità. Naturalmente nulla può prescindere dalla necessità di migliorare la percezione di sicurezza nonché di un assoluto maggior investimento per garantire un adeguato decoro in molte zone di questo quartiere».