Pagina 136 - La gestione sostenibile dei rifiuti - ATTI CONVEGNO

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procedura diretta, derivante da una scelta
del Comune di Parma, poi nella sostanza
avvallata dalla Provincia, che vedeva in
Enìa il partner naturale, trattandosi di
società a capitale totalmente pubblico.
Le trasformazioni societarie hanno in
seguito modificato radicalmente le
condizioni iniziali della Società, che, come
noto, non è più a totale capitale pubblico,
ma è società per azioni, di cui il Comune
di Parma detiene poco più del 6 % di un
pacchetto azionario, che per una quota
complessiva di circa il 49 %, è di proprietà
di soggetti privati e/o a libero mercato di
borsa.
Il progetto della piattaforma integrata di
Iren, il cui acronimo è "Paip" (piattaforma
ambientale integrata), prevede un sistema
integrato di selezione e smaltimento dei
rifiuti. Il sito fu individuato in località
Ugozzolo, presso l'area industriale Spip,
lungo il corridoio tra l'Autostrada del sole
e la Tav.
Il costo previsto dell'intervento è stato
stimato sull'ordine di poco meno di 200
milioni di Euro.
Cuore della Piattaforma integrata sarà il
termovalorizzatore, in cui saranno avviati
a combustione sino a circa 130.000
tonnellate di rifiuti all'anno di cui 70.000
tonnellate provenienti da rifiuto urbano
indifferenziato, 20.000 da fanghi di
depurazione disidratati ed il resto scarti
industriali, sanitari, rifiuti speciali.
Si ricorda come il Piano Provinciale
Gestione Rifiuti
avesse in realtà
dimensionato la necessità di smaltimento
con conversione termica dei rifiuti in una
quantità che era circa la metà, 65.000
tonnellate all'anno. L'osservazione di Enìa
al Piano apportata dopo la fase di
adozione (il piano provinciale prevede i
medesimi
passaggi
di
un piano
urbanistico:
adozione,
osservazioni,
controdeduzioni, approvazione finale)
chiedeva il raddoppio di tale quantità. In
fase di controdeduzioni ed approvazione
finale la Provincia approvò tale
osservazione, pur senza "rifare i conti",
ovvero senza modificare le analisi
scientifiche e tecniche che erano alla base
del suo stesso piano, ma semplicemente
dichiarando che alcuni aspetti specifici del
dimensionamento non erano di sua
competenza. Di fatto la controdeduzione
della Provincia (approvata nel dicembre
2004) spianò la strada in modo definitivo
al
dimensionamento
del
termovalorizzatore
a
130.000
tonnellate/anno, anziché alle 65.000
stimate dagli estensori del Piano.
Le tipologie dei rifiuti trattati dal processo
di
termovalorizzazione sono quelle
derivanti dalla cosiddetta frazione secca
residuale non riciclabile.
Dalla combustione dei
rifiuti
il
termovalorizzatore produrrà energia
elettrica e calore per il sistema di
teleriscaldamento cittadino. I fumi del
termovalorizzatore saranno trattati con
sistemi di abbattimento, che tuttavia non
impediranno una fuoriuscita in atmosfera,
secondo i dati della stessa Iren, di circa
3.000/3.5000 Kilogrammi all'anno di
polveri sottili, oltre ad altri inquinanti in
misura tuttavia meno significativa.
Il termovalorizzatore non porterà alla
"distruzione" totale dei rifiuti, poiché
comunque una percentuale consistente di
ceneri,
derivante dai
processi
di
combustione dovrà essere avviato a
diverso smaltimento, probabilmente in
discarica.
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