industriali, oppure sostituendo la ghiaia,
come materia prima,
in impianti
specializzati
ed autorizzati, per la
produzione di miscele per il cemento
armato.
IL CASO PARMA
La Provincia di Parma ha percorso un
lungo cammino virtuoso per la diffusione
dei concetti cardine del “nuovo pensiero”
sulla politica dei rifiuti: prevenzione,
risparmio, riciclo, riuso.
La Raccolta differenziata a Parma
Nel 1997 la raccolta differenziata nella
Provincia di Parma era paria l 11%; nel
2002 la percentuale era al 19.6% e nel
2005 era solo al 30.1%. Applicando dal
2006 il sistema “Porta a Porta”,
fortemente voluto dalla Provincia di
Parma e attivato dopo un percorso di
condivisione con i Comuni del territorio e
con i cittadini, la percentuale provinciale
è salita fino ad arrivare a fine 2012 al
61% (valore medio). La Provincia di
Parma, da fanalino di coda, ha così
raggiunto livelli che si pongono al vertice
della Regione e che vedono ben 21
comuni su 47 ad una percentuale
superiore al 70% (di questi ben 11
superano 80%).
La classifica dei comuni della regione
sulla raccolta differenziata vede 11
comuni parmensi ai primi 11 posti e ben
16 nei primi 20: è la riprova di un
impegno forte del territorio. Unico dato
negativo, il ritardo del comune di Parma
fermo al 2012 ad una percentuale del
49.4% e penultimo capoluogo della
regione.
Lo smaltimento dei rifiuti a Parma
In questo contesto Parma tuttavia non
aveva alcun strumento proprio per lo
smaltimento dei rifiuti prodotti dalla Città
e dalla Provincia. Ora con il PAIP (Piano
Ambientale Integrato Provinciale) si
chiude un circuito doveroso che ci colloca,
almeno sul
piano delle dotazione
tecnologiche,
a livello degli
altri
Capoluoghi della nostra Regione. Con un
valore aggiunto, che vede nella nostra
Comunità una corale volontà ancora di
miglioramento in questa sfida che ci
permetta rapidamente di
essere
finalmente citati ad esempio in Europa
come modello virtuoso, quali quelli visti e
citati.
Termovalorizzatori: gli impatti
sulla salute e sull’ambiente
In Italia sono attivi circa 50 impianti di
incenerimento collocati per lo più al Nord.
Negli ultimi 20 anni è avvenuta la
dismissione di
vecchi
impianti
di
incremento sostituiti con nuovi impianti
dalle maggiore potenzialità e con le
migliori tecniche disponibili BAT. In
termini generali, i nuovi impianti costruiti
in Italia, rispettando le migliori tecnologie
possibili, portano a risultati molto
importanti sul piano dell’abbattimento e
la riduzione delle possibili immissioni
derivati dal trattamento termico dei rifiuti.
Nella Regione Emilia- Romagna, in
particolare, è stata svolta la più grande
ricerca europea sull’impatto degli
impianto di trattamento termico dei rifiuti
operanti sul nostro territorio, ossia il
MONITER (Monitoraggio degli inceneritori
nel territorio dell’Emilia-Romagna).
Le valutazioni sull’impatto sulle matrici
ambientali vengono considerate dallo
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SINTESI DEL CONVEGNO -
Centro Studi Ascom, Giuseppe Dallara