Pagina 129 - La gestione sostenibile dei rifiuti - ATTI CONVEGNO

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IL CICLO DEI RIFIUTI A PARMA
Noi tutti produciamo giornalmente una
mole consistente di rifiuti.
A Parma e nel suo territorio la media pro
capite si aggira in poco meno di due
chilogrammi di rifiuti prodotti al giorno,
comprendendo nella media tutti i rifiuti
civili. Il ché significa, su scala provinciale
(circa 400 mila abitanti) e su base annua,
una produzione di
circa duecento
cinquanta mila tonnellate di rifiuti
all'anno, una quantità destinata ad
aumentare in proporzione all'aumento
progressivo della popolazione.
A questa quantità di rifiuti urbani, si
aggiungono i rifiuti industriali e speciali,
che ammontano ad una quantità prodotta
pari a circa 60 mila tonnellate annue.
Negli ultimi anni la percentuale di
raccolta differenziata, che ha permesso di
separare una parte dei rifiuti riciclabili da
quelli
che invece devono essere
semplicemente "smaltiti", è aumentata
su scala provinciale, e si aggira oggi
attorno al 50 %, anche se alcune sacche
di resistenza, soprattutto nei comuni della
montagna parmense, mantengono la
percentuale
complessiva ancora
ampiamente al di sotto delle soglie
attese.
Il riuso dei rifiuti di più immediata
utilizzabilità e di più semplice separazione
riguarda la frazione metallica, quella
vetrosa, la carta, il cosiddetto "umido"
(gli scarti vegetali, animali con alto tenore
di
acqua). Nonostante la raccolta
differenziata, la mole di rifiuto da smaltire
rimane, anche in prospettiva, enorme.
Smaltire il rifiuto residuale, ovvero quello
non recuperabile come materia riciclata,
comporterebbe la necessità di disporre di
impianti specifici, siano essi le antiche
discariche o gli impianti di riciclaggio, o
gli impianti di combustione della frazione
secca e di recupero di energia (i
termovalorizzatori).
Invece, da tempo, Parma si trova
sostanzialmente priva di impianti di
smaltimento efficienti e deve quindi
dipendere quasi totalmente dalle altre
provincie. Parma non ottempera quindi al
principio dell'autosufficienza nella
gestione dei rifiuti.
Tale principio, oltre che essere previsto
dalla legislazione nazionale, appare anche
ispirato ad un'elementare necessità di
limitare al massimo il trasporto di rifiuti
nelle nostre strade, le esportazioni e le
conseguenti importazioni di scarti da una
provincia all'altra.
Sulla base dei
dati
forniti
dall'Osservatorio prov.le gestione rifiuti,
Parma oggi esporta i propri rifiuti
avviandoli a smaltimento nelle provincie
di Reggio (circa 30 mila tonnellate anno,
di cui la maggior parte nella discarica di
Novellara), di Pavia (circa 13 mila
tonnellate anno all'impianto di
incenerimento), di Bologna, di Mantova,
di Forlì, di Cremona, di Modena, ecc.
Quasi nulla, del rifiuto residuale, viene
quindi smaltito direttamente in provincia
di Parma.
Questo comporta, come conseguenza, un
incremento di traffico, il che comporta
anche maggiore inquinamento da mezzi
di trasporto e più elevate spese
energetiche dovute al consumo di
combustibile.
QUINDICI ANNI DI POLITICHE SUI RIFIUTI - Paolo Scarpa
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