Di seguito cercheremo di ricostruire le
ragioni di questa situazione, attraverso
una sintesi dei passaggi fondamentali
delle politiche sui rifiuti in questi anni
nella provincia di Parma, partendo dalla
dismissione
dell'inceneritore
del
Cornocchio,
decisa sostanzialmente
dall'esito delle elezioni comunali di Parma
del 1998, sino alla costruzione del
termovalorizzatore di Ugozzolo.
L'INCENERITORE
DEL
CORNOCCHIO, LA POLITICA DI
ELVIO UBALDI E LE IPOTESI DI
ACCORDO CON REGGIO
L'inceneritore del Cornocchio, gestito
dalla vecchia municipalizzata Amnu, era
un antico impianto risalente agli anni
settanta, che bruciava rifiuti con una
potenzialità di circa 50.000 tonnellate
annue,
consumando anche una
contestuale quota non indifferente di
combustibile, senza alcun riuso in termini
di calore o energia. Già al momento della
sua costruzione esso era apparso per
molti una scelta obsoleta, poiché già
allora, negli anni settanta, erano stati
realizzati i primi impianti di riconversione
energetica dei prodotti della combustione
dei rifiuti.
Si trattava quindi di un impianto nato
vecchio, fatto sopravvivere dalle varie
giunte di centrosinistra, per mancanza di
alternative, in un sito, quello del
Cornocchio, immediatamente ai margini
della città, in cui si effettuavano anche
stoccaggi di rifiuti speciali e fortemente
inquinanti in condizioni non sempre
ottimali, per lo meno dal punto di vista
della sicurezza, che posero seri problemi
di bonifica dell'area.
Alla metà degli anni novanta la Giunta
comunale guidata da Stefano Lavagetto,
che aveva assunto come proprio
consigliere speciale sul tema rifiuti il più
noto ed innovativo esperto nazionale in
materia, Walter Ganapini, propose una
riconversione di tutta la piattaforma di
trattamento rifiuti
del
Cornocchio,
prevedendo la chiusura del vecchio forno
e la costruzione di
un nuovo
termovalorizzatore, ovvero di un impianto
in grado di sfruttare il calore prodotto
dalla combustione dei rifiuti per produrre
energia e avviare il teleriscaldamento.
Le elezioni del 1998 videro anche sulla
questione del termovalorizzatore una
frattura netta tra le posizioni di Lavagetto
e quelle del suo competitore, Elvio Ubaldi,
il quale si era dichiarato decisamente
contrario all'impianto del Cornocchio, di
cui proponeva semplicemente la chiusura,
appoggiando in questa posizione, un
comitato locale che era sorto per
ostacolare il progetto di Lavagetto e
Ganapini.
La vittoria di Ubaldi alle elezioni del 1998
chiuse la partita in modo definitivo ed
Ubaldi, una volta Sindaco di Parma,
rispettò l'impegno preso con gli elettori,
sia pure solo nel 2001, in chiusura del
primo mandato elettorale, e diede quindi
seguito alla promessa di spegnere il
Cornocchio.
Elvio Ubaldi iniziò contestualmente a
porsi il problema di come fare uscire
Parma dall'impasse di una situazione di
non autosufficienza. Non poteva farlo
autonomamente, perché la competenza
sulle
scelte
strategiche
era
dell'Amministrazione Provinciale, la quale
però aveva da risolvere il
nodo
imbarazzante di Monte Ardone. Ubaldi
decise tuttavia di anticipare i tempi e di
La gestione sostenibile dei rifiuti - ATTI DEL CONVEGNO
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