di scadenza da destinare a finalità sociali
quindi alle parti più povere della nostra
popolazione quindi
portando questi
prodotti nelle mense della Caritas e ad
altri soggetti ma ne potrei citare altri,
come l’accordo con la grande
distribuzione (devo dire che non tutte le
catene hanno aderito) sulla vendita di
prodotti alla spina. Quindi un’iniziativa a
largo raggio sapendo da subito che le
possibilità e le competenze della
provincia erano molto limitate.
Come veniva detto molto bene appunto
negli interventi precedenti il rifiuto va
pensato fin nel momento in cui si produce
un prodotto e quindi su questo noi
oggettivamente non abbiamo purtroppo
voce in capitolo però nel quotidiano
rispetto ad alcune nostre responsabilità
abbiamo voluto dare un segno.
Abbiamo fatto delle azioni credo di livello
europeo, fino all’altro giorno dicevo di
livello nazionale, oggi dico europeo per
quanto riguarda la raccolta differenziata.
Eravamo al 32% nel 2005 quando il piano
era stato approvato, siamo, al 31/12/12,
come media provinciale al 61%...è un
dato di valore europeo se ricordiamo il
grafico a barre che è stato proiettato
prima. Dal dato è emerso chiaro a tutti
che i paesi più virtuosi hanno abbinato un
alto recupero alla raccolta differenziata,
del
materiale umido ecc con
incenerimento,
che,
appunto,
è
complementare.
Questo è il dato ed è quello a cui noi
abbiamo pensato fin dal primo momento
in cui abbiamo impostato il piano
provinciale. All’inceneritore vanno i rifiuti
residui
per produrre energia non
solamente per bruciare e alimentano il
teleriscaldamento, che produce a sua
volta una serie di altri effetti che mi pare
di poter tranquillamente dire positivi nel
contesto ambientale locale. Questo è lo
schema su cui abbiamo lavorato e quindi
per questo dico che il piano provinciale è
di assoluta attualità.
Dobbiamo continuare su questa strada
perché tra l’altro la percentuale di rifiuti
prodotti nel territorio che deve andare
all’impianto di incenerimento è pari al
25% di quello prodotto quindi abbiamo
ancora un pezzo di strada da fare ed è
importante che il comune di Parma, non
ne ha responsabilità l'attuale
amministrazione, ha deciso di iniziare
questo percorso perché nel passato
questo percorso veniva dichiarato ma non
praticato. Quante volte abbiamo sentito
dire Parma ha l’80% di raccolta
differenziata a livelli europei, non è vero.
Parma oggi nonostante le ultime iniziative
che abbiamo ricordato prima è al 49.4%
al 31/12/12.
La provincia senza il comune capoluogo è
al 71% …ci sarà una ragione, qualcuno
avrà lavorato in un senso e qualcuno
forse avrà parlato troppo. Questo è il dato
oggettivo
che
i
numeri
inequivocabilmente dimostrano e per
questo dico che noi siamo allineati con
quanto l'Europa ci dice di fare tra l'altro
detto così sembra facile ma non è stato
così semplice mi pare che anche gli umori
che si percepiscono in città in queste
ultime giornate lo testimoni…abbiamo
fatto decine e decine di iniziative nei
comuni per parlare con la gente per
convincere le amministrazioni che in una
prima fase erano anche restie ad
applicare il modello del porta a porta
perché quello che noi abbiamo applicato
in tutto il territorio. Questa è un’altra
particolarità che distingue Parma rispetto
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La gestione sostenibile dei rifiuti - ATTI DEL CONVEGNO