ad altre realtà territoriali che fanno
comunque raccolta differenziata, ma
usando altre metodologie,
come i
cassonetti, tutte positive per carità, ma
abbiamo dimostrato che questo modello è
quello che porta a livelli più alti.
Poi potremmo aprire un fronte, ma
lasciamo perdere perché non c’è tempo,
ma potrebbe essere oggetto di altri
approfondimenti, perché sarebbe molto
interessante capire che cosa succede
dopo la raccolta differenziata e che fine
fanno i materiali che noi raccogliamo in
modo differenziato, quanto ne viene
recuperato, quanto invece purtroppo
torna indietro e va in discarica o va a
incenerimento perché succede purtroppo
anche questo.
Per cui Il discorso è di una complessità
estrema le semplificazioni su questo tema
non funzionano perché non dicono come
esattamente stanno le cose quindi io
difendo quel piano, mi sono impegnato
insieme a tanti altri per applicarlo siamo
vicini al traguardo, lo avevamo ipotizzato
con il 65% di raccolta differenziata al
2012, era quello che la commissione
europea aveva imposto a tutto il
territorio, ma abbiamo visto dove siamo,
siamo arrivati al 61% quindi ci siamo
avvicinati
tantissimo e l’avremmo
superato se appunto in passato il comune
avesse dato un contributo diverso.
Poi è chiaro che c’è un altro aspetto su
questo tema che è quello del rapporto
con i cittadini perché anche qui occorre
creare le condizioni perché il sistema di
raccolta venga fatto al meglio.
Quindi
attraverso l’informazione,
il
coinvolgimento, tenendo conto delle
caratteristiche che una città complessa
come Parma può avere, anche noi come
provincia abbiamo fissato degli obiettivi
diversi tra le varie realtà ad es. in
Appennino abbiamo posto obiettivi, nel
piano provinciale, più bassi di quelli che
abbiamo invece posto per la realtà della
pianura perché raccolta in modo
differenziato con il modello del porta a
porta nei comuni dell'Appennino significa
costi enormi e risultati bassi perché tanto
producono molto meno di noi in termini
di rifiuti pro capite quindi è una
situazione diversa. Quindi serve da questo
punto di vista molta flessibilità tenendo
presente che l’obiettivo verso il quale si
tende è quello di realizzare un piano che
abbia queste caratteristiche.
Detto questo, sul discorso tariffario, la
provincia non ha competenze specifiche
ma non lo dico per tirarmi fuori dal
problema perché comunque il problema è
di interesse collettivo quindi nessuno se
ne può chiamar fuori…Oggi il sistema
tariffario che oggi appunto è approvato
dalla regione attraverso l'agenzia
d’ambito,
che è Atersir (agenzia
territoriale di servizi idrici e rifiuti), è
costruito tenendo conto di
alcuni
parametri:
il
primo elemento di
riferimento è il costo della raccolta che
incide tra il 55 e il 60% dei costi finali,
posto che noi abbiamo una raccolta
differenziata alta quindi si è organizzato
un sistema per farla, siamo passati dai
camion che caricavano i cassonetti a dei
mezzi più piccoli, molti di più, che fanno
più passaggi durante il giorno. La
settimana quindi
si
è modificata
radicalmente, il sistema e il costo in
qualche modo comunque ne hanno
risentito. Il costo di smaltimento che nei
sistemi tradizionali oggi conosciuti è
discarica o incenerimento, varia per un
25-30% nella nostra realtà territoriale il
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Intervento di Giancarlo Castellani - Assessore dell'Ambiente alla Provincia di Parma